Addestrare un cavallo per farlo competere nelle corse richiede impegno, costanza e grande esperienza. È necessario avere le competenze giuste, sia per quanto attiene al tipo di cavallo che alle diverse specialità di gara.
La fase di addestramento varia, infatti, in base alla razza del puledro e al tipo di gara per cui lo si vuole preparare: il trotto ed il galoppo sono due tipi di corse completamente diverse che richiedono una formazione e degli esercizi totalmente differenti.
Sotto un profilo generale, la vita media di un cavallo è di circa 20 anni.
I puledri vengono lasciati con le loro madri nei primi mesi di vita: ciò è fondamentale per la corretta crescita fisica e psicologica dell’animale. Lo svezzamento avviene in genere intorno ai cinque-sette mesi. In questa fase i puledri vengono portati nella “puledraia” dove rimangono fino a circa un anno di età.
Successivamente si può cominciare l’addestramento che avviene in maniera diversa per galoppatori e trottatori. Verso i due anni i cavalli sono pronti per le corse agonistiche e tra i 3 e i 5 anni raggiungono la loro massima maturità.
Nelle corse di trotto c’è un limite di età di 10 anni mentre per partecipare alle corse di galoppo non esistono limitazioni. I migliori cavalli addestrati per le gare di galoppo sono i “purosangue”.
Questi esemplari hanno una genealogia che viene controllata in maniera molto rigida: tutti i purosangue derivano, in linea maschile, dall’incrocio tra tre stalloni arabi orientali e 50 fattrici appartenenti alla Corona britannica.
Questi cavalli sono i più ricercati e, generalmente, sono anche i più pagati. Sin dai primi mesi di vita di un puledro è possibile intuirne la predisposizione verso l’attività di trotto o di galoppo.
Gli esemplari destinati al galoppo vengono sottoposti a esercizi che ne potenziano la velocità e gli scatti mentre, quelli destinati al trotto, vengono sottoposti ad un allenamento volto ad intensificarne la resistenza e la potenza.
Ogni fase di addestramento viene sempre preceduta e seguita da un riscaldamento e da un successivo defaticamento. Questi momenti sono importantissimi per far riscaldare e distendere la muscolatura dell’animale, preservandolo così dal rischio di traumi o di lesioni ai legamenti.
Nell’addestramento si dedica sempre molto tempo alla creazione di un rapporto di fiducia tra il cavallo ed il fantino: ciò è fondamentale per ottimizzare le chance di vincita nelle gare. È importante addestrare il cavallo prima a terra e poi, una volta che il puledro avrà memorizzato i diversi comandi, si può procedere alla fase in sella.
Nella fase di allenamento è sempre utile misurare periodicamente il battito cardiaco dell’animale: in questo modo è possibile verificare che il carico di lavoro sia adatto al cavallo. Ogni esercizio deve essere sempre seguito da almeno 30/60 secondi di recupero, per consentire al puledro di stabilizzare la sua frequenza cardiaca. La complessità degli esercizi, inoltre, va intensificata poco alla volta, in modo da non compromettere la salute del cavallo.
Ricorda, infine, di avere sempre vicino dell’acqua, in modo da idratare correttamente l’animale durante tutta la fase di addestramento.